lunedì 21 gennaio 2013

Uomo antico




Tu uomo antico: hai rivisto un altro mondo!
Quello moderno, fatto di piccoli uomini cinici che tiravano il tuo povero corpo fuori dall'ultimo baluardi di ghiaccio che era stata la tua tomba, il tuo rifugio, per tanto tempo.
Nessuna pietà per quelle membra solo la curiosità di noi uomini del ventesimo secolo dove tutto fa spettacolo.
Io, ti vedo, uomo antico, con passo fermo salire e scendere quelle alte montagne fra mille pericoli e agguati, forse per carpire la tua conoscenza di magie e guarigioni che tu sapevi fare con le erbe e i muschi che raccoglievi. 
E poi l'ultimo agguato mortale fra quelle immense e ate conosciute foreste, fuggendo sempre più su, ferito in cerca di un rifugio.
Solo, con chissà che ultimi pensieri.
Ora piango nel vederti lì, nudo, senza le tue vesti, le tue armi, gli amuleti e pozioni che portavi nel tuo ultimo viaggio.
Ora sei un manichino di ossa e pelle, esposto dietro un vetro, scienziati girano e rigirano il tuo corpo in nome della scienza.
Io voglio gridare per te: ma io sono un uomo!